Con il fondatore di Mygrants, durante la serata del 19 luglio, per parlare di quella che è una forma innata e naturale di intelligenza, il migrare.
L’INPS avverte che l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico graveranno sul bilancio nazionale e nel corso dei prossimi dieci anni la situazione patrimoniale dell’istituto di previdenza virerà in passivo: da +23 miliardi nel 2023 a -45 miliardi nel 2032. Nel prossimo decennio i risultati d’esercizio negativi peggioreranno da -3 miliardi a -20 miliardi. La combinazione dell’aumento della longevità e la bassa fecondità, non compensate dai flussi migratori, sono alla base di questa inversione finanziaria. Nel solo 2023 la spesa pensionistica è stata di 304 miliardi, +7,4% sul 2022 per la rivalutazione legata all’inflazione.
Basterebbe leggere questi dati per comprendere il grado di intelligenza dell’iniziativa imprenditoriale che ha realizzato a Bologna Chris Richmond, Fondatore di Mygrants. Ivoriano con doppio passaporto americano e svizzero, Chris Richmond, dopo una laurea in diritto internazionale e diplomazia ed esperienze nel mondo del lavoro da analista strategico d’intelligence presso Frontex e da ispettore e poi commissario per EASO (European Asylum Support Office), nel 2017 ha fondato e dirige Mygrants Opportunity in Adversity, una piattaforma che aiuta i richiedenti asilo nei loro diritti, li profila professionalmente e offre alle aziende una piattaforma in cui cercare eccellenze lavorative.
Richmond racconta di essere partito da una constatazione. I richiedenti asilo passano in media 600 giorni nei centri di accoglienza. Sostanzialmente parcheggiati a fare nulla. Con gran spreco di risorse economiche e umane. Solo il 2,4% di loro trova un lavoro per più di 6 mesi. La sua azienda li aiuta a conoscere i loro diritti e a formare un curriculum vitae dinamico. Oggi conta su oltre 70 mila utenti e 270 aziende. A Varsavia, dal 2010 al 2015, lavorando sulle conseguenze dei flussi di migranti e sulle potenzialità che ne scaturivano, Richmond si occupò anche del post Primavera Araba, visitando il campo profughi di Dadaab in Kenya, il più grande del mondo, gestito da UNHCR, dove vivevano circa 500 mila richiedenti asilo. Poi è stato in missione in Corno d’Africa, Yemen, Libano, Arabia Saudita.
A Frontex analizzava i dati sia da un punto di vista militare che civile. Ma per Richmond Frontex non voleva trovare una soluzione per i flussi migratori. La politica della Ue e dei singoli Stati era quella di fermare il fenomeno, non di gestirlo. Da qui l’intuizione di fondare Mygrants. Una realtà per individuare tutte le eccellenze tra i migranti dentro e fuori i centri di accoglienza. Cercare di andare oltre la permanenza passiva che si protrae per 600 giorni. Attraverso un sistema di microlearning e di quiz e utilizzando un’app si svolge uno screening delle competenze professionali, delle esperienze lavorative e delle aspirazioni individuali. Inoltre si forniscono ai migranti una serie di informazioni sui loro diritti che spesso non conoscono. L’analisi dei dati raccolti serve anche a facilitare l’incontro con il mercato del lavoro.
Ad oggi il 90% di chi ha utilizzato i servizi della sua azienda sono il frutto dei flussi migratori scaturiti dalle Primavere Arabe. Il 47% di non ha compiuto studi superiori, il 90% non ha la laurea. Mygrants fa emergere competenze e crea consapevolezza dei diritti dei migranti e consente loro all’accesso al microcredito. Oggi insieme a Richmond lavorano 17 persone: metà richiedenti asilo, metà italiani. Due le sedi operative: quella di Bologna e quella in Sicilia a Catania. E presto anche una a Milano.
Se migrare è una forma innata e naturale di intelligenza, consentire che i migranti contribuiscano al futuro del paese dove vivono, lavorando e aumentando il gettito fiscale, può essere banale dirlo, sarebbe un atto intelligente da compiere da parte della politica. Anche di questo Chris Richmond parlerà sul palco del Festival del Sarà.
Fonte: www.primonumero.it