Il filosofo e teologo francescano, professore, membro del Comitato Onu sull’Intelligenza Artificiale e nominato quest’anno dal governo Meloni presidente della Commissione AI, sarà ospite nella prima serata del 19 luglio.
La visita del Papa al G7 in Puglia nello scorso giugno ha in sé un doppio elemento storico. La prima volta di un pontefice ad un G7, ma soprattutto la scelta di Francesco di portare come tema principale sul tavolo dei grandi della terra la sua visione “etica” e non religiosa dell’AI, così da farlo divenire argomento principe al centro dell’arena pubblica globale. E la voce che sussurra all’orecchio del Papa sui temi dell’intelligenza artificiale è quella di padre Paolo Benanti. Filosofo e teologo francescano, professore, membro del Comitato Onu sull’Intelligenza Artificiale e nominato quest’anno dal governo Meloni presidente della Commissione AI.
Benanti è convinto che le grandi innovazioni “per essere davvero utili devono avere una gestione etica”. Questo l’elemento decisivo sul quale costruire la nuova società che nascerà a breve con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Le trasformazioni saranno epocali e per Benanti questo ulteriore passaggio dell’innovazione tecnologica che ha sempre contraddistinto l’evoluzione della storia umana grazie alla facoltà dell’homo sapiens di essere intelligente rappresenta “l’ultimo anello della trasformazione indotta dalla rivoluzione industriale”.
Già nel 2018 nel suo libro Le macchine sapienti comprendeva come “lo sviluppo e la diffusione delle intelligenze artificiali sollevino nuovi problemi di natura etica. Che cosa accade, infatti, quando non sono gli uomini, ma le macchine a decidere? Benanti già allora volto noto a livello internazionale nell’ambito della bioetica e del dibattito sul rapporto tra teologia, bioingegneria e neuroscienze, guardava con favore alla diffusione delle «macchine sapienti» e ragionava sul fatto che i processi innovativi hanno valenza positiva solo se orientati a un progresso autenticamente umano che si concretizzasse in un sincero impegno morale dei singoli e delle istituzioni nella ricerca del bene comune”.
La sua riflessione si è affinata ulteriormente con le riflessioni presenti nel libro pubblicato nel 2022 dal titolo: “Human in the loop. Decisioni umane e intelligenze artificiali”. In questo testo Benanti conferma come le intelligenze artificiali permeano molti aspetti del vivere quotidiano: fare una ricerca in internet, chiedere un prestito, cercare lavoro e anche conoscere una persona attraverso una piattaforma avviene mediante l’azione di vari algoritmi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie, proprio perché presenti sullo sfondo dell’esistenza, diventano pressoché invisibili e ci sono sconosciute nella loro vera natura. Cercare di rendere visibile e comprensibile l’azione di questi strumenti onnipresenti e chiedersi cosa fare per gestirli e come non estromettere l’uomo dal decidere è l’obiettivo della sua riflessione. La società contemporanea deve affrontare la sfida di mantenere l’umanità capace di controllo in un epoca in cui la macchina si fa capace di surrogare le decisioni umane. Cosa la macchina può fare senza il controllo umano? Che decisioni può prendere? Come gestire gli eventuali esiti nefasti di questa delega? Ma soprattutto, si chiede Benanti, come far sì che la persona rimanga sempre al centro di quei processi vitali per la sopravvivenza della nostra specie e per una pacifica convivenza sociale?
Al Festival del Sarà nella prima serata, che affronterà il tema dell’intelligenza naturale, l’intervento di Padre Benanti sarà un scrigno di riflessioni e domande che alimenteranno anche la riflessione della seconda serata del Festival, quando ci si domanderà se gli oggetti in silicio avranno mai “intenzioni” e se se ciò accadesse riconosceranno nell’uomo il loro creatore o si rivolteranno contro di esso.
Fonte: www.primonumero.it