Se la domanda dei biocarburanti è destinata a crescere, Enilive – oggi la seconda maggiore produttrice in Europa di olio vegetale idrogenato (HVO) – punta a raddoppiare la sua capacità di bioraffinazione entro il 2026, portandola a 3 milioni di tonnellate, e a superare i 5 milioni di tonnellate entro il 2030. Nelle sue stazioni di servizio, a partire dal febbraio 2023, viene distribuito HVOlution: un combustibile simile al gasolio per composizione chimica che però viene ottenuto interamente da materie prime rinnovabili. Grazie a un processo produttivo circolare, che si basa principalmente sul riutilizzo di biomasse di scarto, HVOlution contribuisce a ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 rispetto al gasolio fossile, al quale può venire miscelato in percentuali elevate. Il biocarburante HVO di Enilive è già impiegato in purezza da numerosi operatori logistici e viene attualmente testato sugli autobus, i treni e gli altri mezzi pesanti; l’HVO è anche presente in una quota del 15% nel gasolio premium Eni Diesel +. Anche il bioGPL è ricavato da sostanze biologiche e di scarto e miscelabile al combustibile fossile equivalente. Enilive sta inoltre lavorando al potenziamento della produzione di biometano dagli scarti agroindustriali, i reflui zootecnici e i rifiuti organici, sempre in un’ottica di economia circolare. Il ruolo dei biocarburanti è fondamentale anche per la decarbonizzazione dei trasporti aereo e marittimo: Eni produce carburante per l’aviazione (SAF) di origine completamente biogenica e miscelabile al jet fuel tradizionale fino al 50%; ha stretto degli accordi con ITA Airways, Ryanair, DHL e Kenya Airways. Nel 2023 ha firmato anche delle intese con il gruppo Azimut-Benetti, con Fincantieri e con RINA sulla fornitura di biocarburanti per le navi e sullo sviluppo di altri vettori low-carbon (idrogeno e ammoniaca) e di soluzioni per la decarbonizzazione dello shipping.
Alla scoperta di HVOlution di EniLive
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