Tommaso Pavoncello ancora una volta sul palco di piazza Duomo: “Posso capire che il ritardo possa generare preoccupazione e nervosismo, però sono convinto che questo tempo dilatato sarà per il bene dello stabilimento di Termoli, che potrà vedere allocata una produzione di batterie con una tecnologia migliore e con più mercato”. E ancora: “L’elettrificazione delle auto non gode di buona salute in Europa, ma registriamo segnali positivi, come la conferma della Von der Leyen. Il Governo con incentivi per acquisto veicoli elettrici ha fatto bene, ma sono finiti in poche ore. Serve ancora aiuto delle Istituzioni”.
Parole rassicuranti quelle pronunciate da Tommaso Pavoncello, Pubblic Affairs & Communication di Acc, ieri 20 luglio in piazza Duomo per la serata centrale del Festival del Sarà 2024. “Ci tenevamo particolarmente ad essere qui, di nuovo e specie quest’anno. Si è detto e scritto tanto sullaGigafactory di Termoli, qui per fare chiarezza”.
Il motivo della frenata rispetto ai tempi dell’investimento per la gigafactory – unica – italiana sono piuttosto noti e molti non dormono sonni tranquilli da quando la joint venture trra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies ha annunciato il rinvio del progetto a data da destinarsi. “Abbiamo dovuto fare i conti con un rallentamento dell’elettrificazione dell’auto. Nell’ultimo anno abbiamo fatto molto: abbiamo acquistato i terreni al nucleo industriale di Termoli, li abbiamo bonificati, sono stati avviati i carotaggi per la costruzione dell’impianto. E a maggio-giugno eravamo pronti: ma abbiamo dovuto fare i conti con un rallentamento della penetrazione dell’auto elettrica nel mercato che neanche gli auto makers (i produttori, ndr) si aspettavano. Che la mobilità elettrica in Europa non goda di buona salute è un dato oggettivo“. Dati che poco prima aveva sciorinato Fabio Pressi, di A2A E-Mobility (che si occupa delle colonnine di ricarica, ndr), parlando di solo 3% in Italia laddove in alcuni Paesi europei arriva al 30%. Poco, in ogni caso. “Dunque i piani industriali di chi produce auto si adattano. È un dato di fatto trascersale, che non riguarda solo Stellantis”.
Di Stellantis Pavoncello ha ricordato che “ha recentemente annunciato che produrrà, quindi, più modelli ibridi, anche sul territorio italiano. E i motori di questi modelli ibridi verranno prodotti in parte anche a Termoli, e la manodopera che Acc avrebbe dovuto riconvertire per la Gigafactory sarà inaspettatamente occupata a produrre motori a combustione”.
Una platea particolarmente attenta, visto l’interesse collettivo che la vicenda gigafactory ha per il futuro del territorio tutto, ha ascoltato con un po’ di apprensione salvo poi tranquillizzarsi le parole del referente di Acc, volto noto ormai a Termoli proprio per la sua pregressa partecipazione al Festival del Sarà.
Una realtà oggettiva, pertanto, a cui l’investimento di Acc di Termoli (ricordiamo, 2 miliardi del privato più una quota di circa 400 milioni per parte pubblica tramite il Pnrr, ndr) si è dovuto adattare. E allora, cosa si sta facendo? “Da una parte stiamo posticipando l’avvio dei lavori di costruzione dell’impianto per accompagnare una transizione più lenta, dall’altro i nostri azionisti – dunque Mercedes e Stellantis – ci chiedono di investire su una nuova tecnologia, una chimica che riduca il costo delle batterie, ed è quello che stiamo facendo. In pratica – così Pavoncello – stiamo ben utilizzando il tempo in più che ci dà questo rallentamento della transizione, impiegandolo per sviluppare batterie che costino significativamente meno”. I costi dell’elettrico, si sa, non sono ancora alla portata di tutti.
Poi un messaggio rivolto, anche, a cittadinanza, sindacati, lavoratori, classe politica. “Posso capire che il ritardo possa generare qualche preoccupazione e un po’ di nervosismo, però sono convinto chesarà poi per il bene della Gigafactory di Termoli che potrà vedere allocata nel suo stabilimento una produzione di batterie con una tecnologia migliore e con più mercato. Penso che per uno stabilimento produttivo che dovrà essere qui sul territorio per 30-40-50 anni sia opportuno vedere le cose in una prospettiva più di lungo termine. Ed è questa la prospettiva che una azienda che deve investire miliardi adotta per prendere le decisioni”.
Mobilità elettrica che stenta a decollare nel mercato, italiano ed in generale europeo, però “registro anche segnali positivi. Non c’è dubbio – secondo noi – che questa di cui stiamo discutendo sia la mobilità del futuro. E vedo come una buona notizia per l’elettrificazione intanto la riconferma alla presidenza della Commissione europea della Von der Leyen. E devo dire che il governo sta facendo cose importanti, come lo è lo schema di incentivo per agevolare l’acquisto dei veicoli elettrici. È stato molto efficace, in poche ore i fondi sono finiti e ciò significa che la domanda c’è, il mercato vuole queste auto. Ma – la conclusione del ragionamento alla presenza di uno dei senatori della maggioranza del Governo Meloni (Costanzo Della Porta), serve ancora l’aiuto delle Istituzioni per compensare quei costi in più che un veicolo elettrico rispetto a uno tradizionale ha. Auspico, quindi, che ci siano politiche sempre più coraggiose e convinte (convinzione, rispetto alla mobilità elettrica, è stata peraltro la sua parola scelta per il salvapecunia del Festival, unitamente alla consapevolezza della necessità di questa transizione da parte dell’opinione pubblica tutta, ndr) a supporto del processo di elettrificazione della mobilità che – lo ripeto – è inevitabile”.
Fonte: www.primonumero.it