Il politico sarà ospite a Termoli nella serata conclusiva della kermesse, quella del 21 luglio, in piazza Duomo.
Grandi visioni strategiche e piccole battaglie parlamentari. Come si può riassumere l’intelligenza in politica? Riguarda i grandi temi della Storia globale o le piccole storie da Transatlantico? Lo statista guarda al futuro della nazione nel complesso gioco geopolitico con gli altri Stati e se è bravo si circonda di collaboratori validi che sanno suggerire strategie vincenti. Ma il politico intelligente sa anche fare battaglie a prima vista di nicchia, residuali, minimali, che però poi ci si rende conto impattano sulla vita delle persone. In modo vero, concreto. Ecco, la politica grande, quella del G7, delle visite di Stato alla Casa Bianca da Barack Obama, delle notti a Bruxelles sempre un passo di lato dai capi di governo, la politica che entra nei libri di Storia, Filippo Sensi per oltre millecinquecento giorni l’ha vissuta in prima persona come portavoce prima di Matteo Renzi e poi di Paolo Gentiloni, quando i due leader del PD erano a Palazzo Chigi.
In quella prima vita “politica” l’intelligenza di Sensi era tutta rivolta allo “spin”. All’effetto che la lettura e che le dichiarazioni che il leader dà al concatenarsi degli eventi politici e mediatici influenza l’opinione pubblica e consolida il consenso politico del proprio “cliente”. Finita quella stagione Sensi ha varcato il confine che separa i ruoli di chi per mestiere fa il suggeritore dei politici e di chi fa in prima persona il politico. Qui Sensi ha posato le armi segrete da “spin doctor”, quasi che usarle per se stesso fosse inelegante, e ha invece indossato scarpe comode per camminare lungo le strade di Roma e dell’Italia per cercare di ascoltare, più che suggerire. Così dopo la stagione del Covid ha colto un rumore debole che saliva dalle stanze chiuse degli adolescenti italiani, imprigionati in una clausura obbligata a causa del virus e una volta liberati dimostratesi tante volte incapaci di riannodare in modo perfetto la relazione con il mondo. Quel rumore silenzioso gridava di un bisogno d’aiuto che pochi hanno saputo ascoltare. Sensi sì. Lo ha colto, fatto proprio. Lo ha trasformato in un’azione parlamentare, senza cercare la scorciatoia di bussare all’esecutivo, al ministro amico di partito di turno, ma coinvolgendo invece i colleghi parlamentari. Dimostrando che la democrazia italiana se sceglie politici intelligenti e sensibili può contare ancora nel parlamento come luogo dove recepire le istanze vere del Paese e modificare in meglio la realtà.
Così è nata la legge che istituisce il “bonus psicologo”. In una stagione politica nella quale con la parola bonus i vari governi di sinistra e di destra hanno ammantato iniziative spesso insensate e speso milioni di euro, questo bonus ha invece colto un bisogno vero delle famiglie italiane. Così, senza rimpiangere i giorni del potere, ma esercitando il potere minimo che un semplice parlamentare può esercitare, se solo ne ha la capacità, si può dimostrare di possedere quella intelligenza politica di cui tanto l’Italia e tutto l’Occidente hanno bisogno.
Fonte: www.primonumero.it