Innovazione, propensione al futuro, sostenibilità e centralità del cliente: sono i tratti distintivi di Enilive, la società di Eni dedicata alla bioraffinazione e alla smart mobility, che traghetta Eni in un cambiamento epocale con la progressiva evoluzione del concetto di mobilità. Enilive punta a commercializzare tutti i nuovi vettori energetici per i trasporti, tra cui l’elettricità, l’idrogeno, il biometano, il bio-GPL e l’olio vegetale idrogenato HVOlution, un gasolio ottenuto interamente da materie prime rinnovabili. Eni intende raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050 offrendo servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione ecologica. Lo fa, con Enilive, a partire dalle bioraffinerie di Venezia e di Gela, che oggi sono alimentate per il 98% circa da materiali di scarto – come oli da cucina esausti, grassi animali e residui agroalimentari – e producono biocarburanti e bionafta. L’approvvigionamento della materia prima è garantito da una serie di partnership per la raccolta dei rifiuti alimentari e organici, in Italia e all’estero, e anche da progetti di agri-feedstock per l’ottenimento di oli vegetali da colture di rotazione (come la camelina) e da coltivazioni su terreni degradati (come il ricino), in linea con gli ultimi aggiornamenti della direttiva RED III. La trasformazione in biocarburanti di questi oli, scarti e rifiuti organici avviene attraverso la tecnologia Ecofining, sviluppata da Eni in collaborazione con Honeywell-UOP. Da annoverare anche la bioraffineria St. Bernard Renewables negli Stati Uniti, i ventidue impianti dedicati al biometano sul territorio italiano, il progetto di riconversione della raffineria di Livorno e un quarto progetto in Italia, a cui si sommano attività simili in Malesia e in Corea del sud.
Dentro le bioraffinerie di Enilive
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