DIALOGHI SUL FUTURO / VIII edizione. 21/23 LUGLIO 2023 | HOME | CONTATTI | PRESS |

Press

Comunicati e News dal Festival del Sarà
14
Lug

L’economia circolare trasforma la mobilità

Gli scarti e i rifiuti possono diventare energia per la mobilità: si tratta di economia circolare e i biocarburanti ne sono un esempio.

I biocarburanti si ottengono dalla lavorazione di residui come, ad esempio, quelli provenienti dalla lavorazione di olii vegetali, da olio di frittura esausto e grassi animali, oltre che da olii non edibili. Opportunamente trattate, queste materie prime possono diventare biocarburante HVO, che è l’acronimo di Hydrogenated Vegetale Oil (olio vegetale idrogenato).

HVOlution è un biocarburante HVO in purezza: si tratta del primo diesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con 100% di materie prime rinnovabili (come definite ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”). Può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti, se si considerano le emissioni sull’intero ciclo di vita del prodotto, perché può essere utilizzato nell’immediato, con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate: per sapere se il proprio veicolo è compatibile con HVOlution è sufficiente verificare sul manuale d’uso se possa utilizzare il prodotto di specifica EN 15940 (XTL).

Dove trovare HVOlution

In vendita in oltre 150 stazioni di servizio Eni, alla fine del 2023 HVOlution sarà disponibile anche a Termoli nella Eni Live Station di viale Corsica 62, a Campobasso (stazione di via IV Novembre), a Vinchiaturo (stazione SS 158 KM 49+120) e a Venafro, in provincia di Isernia, (stazione SS 85 KM 21+400).

Il biocarburante HVO in purezza è già in uso da parte di primari operatori della logistica, come il Gruppo Spinelli e FERCAM, e dai mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale fino alla logistica; inoltre, sono in corso test su autobus, mezzi pesanti e treni con 100% HVO che stanno dando ottimi risultati. Infine, addizionato al 15% al gasolio tradizionale, da anni il biocarburante HVO è anche presente nel prodotto Eni Diesel +, carburante premium di Eni Sustainable Mobility.

Le bioraffinerie di Eni Sustainable Mobility

Per la produzione dei biocarburanti, Eni ha valorizzato asset già esistenti che altrimenti sarebbero stati destinati alla dismissione: è il caso delle bioraffinerie di Venezia e Gela. La bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera, è il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria di petrolio in bioraffineria per la produzione di biocarburanti idrogenati ottenuti da materie prime biogeniche; è in esercizio dal 2014. Dal 2019 Eni ha inoltre avviato la bioraffineria di Gela. Nell’ottobre 2022 Eni ha definitivamente escluso l’olio di palma dalle materie prime utilizzate nelle bioraffinerie di Venezia e Gela: entrambi i siti oggi sono oggi palm oil free.

Fondamentale è il ruolo della tecnologia proprietaria Ecofining™, sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, grazie alla quale Eni è in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti, in particolare nel biocarburante di alta qualità HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). Il processo, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche di origine biogenica e di produrre una vasta gamma di prodotti: HVO diesel, bio-GPL, di bio-jet e di bio-nafta destinata alla filiera della chimica.

La filiera per la produzione di biocarburanti

Eni ha siglato accordi e partnership finalizzati alla valorizzazione delle biomasse da scarti e rifiuti, come gli oli alimentari esausti, e da coltivazioni su terreni non in competizione con la filiera alimentare, per utilizzarli come feedstock per la produzione di biocarburanti HVO. Tra le sue attività, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub nei Paesi africani: in Kenya l’azienda ha aperto il primo agri-hub nella Contea di Makueni, a luglio 2022, e sta lavorando a una filiera per la raccolta degli UCO (Used Cooking Oil, olii di frittura esausti) collaborando con catene di fast food, ristoranti e alberghi e contribuendo così a gestire un rifiuto alimentare in un’ottica di economia circolare.